7 ottobre 2008

follia n°1

La corsa proseguiva ormai da ore e non accennava alcun calo...Le ruote continuavano a cigolare con la stessa ritmica cadenza, un rumore ipnotico che si ripeteva ossessivamente mentre quelle sfrecciavano dondolando qua e là sull'asse di ferro, interrotto solo dai tonfi provocati dalle sconnessioni del selciato che ricopriva la stretta strada...Alla guida del carro non vi era più alcun cocchiere o pilota, al suo posto solo un'indistinguibile ombra nera, supina sul sedile, mossa dai continui sbalzi che la vettura compiva col suo movimento precipitoso. Le briglie, ancora serrate nella mano dell'uomo, collegavano questa ai musi spaventosi di due destrieri dal manto bruno che fino a poco prima avevano sputato vapore infuocato dalle loro enormi narici mentre trascinavano la famiglia lontano dai loro inseguitori...Adesso solo Nero continuava a trainare la pesante carrozza...
Lo schianto era stato tremendo...Baio aveva urtato il parapetto del ponte di pietra con tutta la sua forza, mandandolo in mille pezzi: solo per miracolo la vettura non era finita nel fiume, e sempre prodigiosamente essa non si era ribaltata.
La carrozza era ormai giunta in paese, la notte nascondeva agli occhi della piccola le minute casette bianche dal tetto di paglia, la fontanina e la rustica badia in fondo alla piazza...Solo le fievoli luci delle torce ai lati della vettura, piegate indietro dall'impeto della loro corsa, strappavano all'oscurità qualche scheggia di quel paesaggio. I suoi occhi velati dalle lacrime e assuefatti al buio non sarebbero stati comunque in grado di coglierne alcun particolare...La confusione nella sua mente rispecchiava perfettamente il trambusto che accompagnava il loro folle movimento. Il fuoco che invece le bruciava negli occhi non era che una scintilla rispetto alla stella che le ardeva nel petto...
Cosa può sapere della vita un angelo di quattro anni? Eppure il suo cuore non smetteva di urlare con tutte sue forze, le dita stringevano ancora quell'abito lacero...La madre era distesa al suo fianco, immobile. Quell'abbraccio che l'aveva salvata durante il tremendo scontro di prima, ormai aveva perso tutto il suo calore. A quattro anni non si può capire cosa sia la vita...Eppure anche lei, coi suoi bellissimi boccoli biondi, sapeva che da quel sonno profondo non si sarebbero mai svegliati.
Baio era stramazzato a terra e veniva trascinato col suo enorme peso. Nero intanto ansimava tremendamente. Da sole, le quattro mastodontiche zampe, avevano trainato quella triste visione per tutte le ultime tre miglia. Dopo lo schianto, Baio era crollato con un ultimo disperato nitrito, cui era seguito un altro da parte del suo compagno. Nero sembrava aver raccolto l'ultima richiesta del fratello e aveva aumentato la sua andatura in maniera pazzesca.

La carrozza poi tremò ancora: la strada faceva una stretta svolta a sinistra; il meraviglioso stallone però non riuscì ad assecondare il cambio di direzione, i suoi occhi infuocati avevano perso lucidità...le spalle stremate si abbatterono contro la parete che costeggiava la via e Nero crollò assieme al carro che portava, con un portentoso boato che risuonò in tutta la valle.
Ed ecco che davanti agli occhi della piccola tutto cambiò: dietro quella parete che aveva arrestato l'orrenda corsa, si celava un mondo diverso, luminoso, profumato!!! Il colpo che aveva distrutto definitivamente il carro sembrava aver aperto uno squarcio non solo nel muro di pietre, ma nella notte stessa!!! Da quella fessura sembrava affacciarsi un infinito giardino colorato che rischirava l'oscurità circostante...La bellezza di tale visione accecò brevemente i suoi dolci occhietti, che finalmente, colpiti da quei tiepidi raggi, poterono mostrarsi nel loro azzurro meraviglioso. Il buio, il fuoco delle torce, il cigolare delle ruote di legno sul selciato, quelle ombre orribili che fino a poco prima avevano riempito la sua anima, svanirono all'improvviso...
Non solo, più il suo sguardo sprofondava in quella finestra di luce, più il sorriso cominciava a crescere tra quelle sue gote rosa...era una bambina bellissima...e poi...li vide.
Non erano più immobili: sorridevano...Suo padre la fissava da in cima alla collina, i suoi denti candidi risplendevano contro l'azzurro del cielo; sotto braccio stringeva una donna bionda, anch'ella raggiante nel suo vestito chiaro.
Non ci vollero che pochi attimi...La piccola si gettò oltre il muro e raggiunse i suoi cari.

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