18 febbraio 2012

Hey Moon

Scaricare sugli altri la responsabilità del proprio malessere sembra essere lo sport nazionale, ed in questo senso io potrei essere davvero il campione d'Italia.

Qui nella terra del gelo e della birra è difficile ritrovare quella esuberanza che si celava dietro ogni mio gesto fino a non più di 2 mesi fa, e mi faceva guardare con disprezzo e irriconoscenza alla vita passata, a casa. Molte cose sono cambiate ultimamente: il ritorno natalizio in Italia mi ha sconvolto. Un misto di senso di colpa, ansia e paura per il futuro che mi ha letteralmente reso insopportabili le mura casalinghe; non è molto mascolino l'ammetterlo, ma ho passato metà delle mie giornate a piangere. Non riuscivo a trovare un solo buon motivo per tornare, una sola cosa bella per cui valesse la pena riprendere la vita da dove l'avevo troncata il 27 Settembre scorso. Annegato nel mio lago di commiserazione e rabbia verso cittadini e università connazionali, sono caduto nel più detestabile degli errori: il pessimismo; disturbo che mi sono portato dietro con me fino alla casetta rosa di Husitska 65. Che il bicchiere possa essere mezzo pieno o mezzo vuoto lo sanno tutti, quello che il detto non dice è che con lo stesso identico bicchiere in mano, a seconda di come lo si guardi puoi essere il ragazzo più felice di tutta Praga o il più lamentoso. Sveglia alle 7 per quasi tre mesi e mezzo - ho frequentato più corsi quaggiù che in cinque anni di università fiorentina - un freddo glaciale da fare gioire quando il termometro riporta temperature superiori ai - 10, e poi ansia da esami, come non ho mai avuto, come non è giustificabile avere in Erasmus. Ho passato i primi giorni di questo 2012 a lamentarmi di quello che avevo da fare, a guardare con rabbia e invidia a chi non era appesantito da tali obblighi e che nonostante ciò non si divertisse affatto, a puntare il dito contro ogni possibile fattore che avesse sconvolto il mio mondo di Erasmus, altrimenti perfetto.
Mille esami e con un biglietto di ritorno in mano, nel vuoto del bicchiere ciò che rimane è amarezza e coscienza della mia immaturità.

Dopo tanto accorati chiarimenti sul brutto di questi giorni, credo sia ora di parlarvi del bello: se guardando indietro al recentissimo passato scorgo un po' di rimorsi per le esagerazioni mancate, le feste abbandonate troppo presto, le persone rimaste sconosciute per troppo tempo e una certa invidia per chi si è divertito con più ragazze di me (ghgh), quando volgo lo sguardo a chi è qui accanto a me, tutte le pecche svaniscono in una nuvola di ricci neri. Perchè vedete, qui accanto a me c'è la Luna, il mio tesoro scovato nella città d'oro e delle cento torri.
Ogni ragazzo, in preda ad un po' di vergogna nei confronti degli altri giovani single incalliti, vittima di eccessiva presunzione e orgoglio per la propria salvezza dalla solitudine, ma anche un po' sinceramente felice e rapito dagli occhi di lei, parlando della propria ragazza e della propria relazione finirà sempre col dire le solite cose, e cioè che lei è perfetta, che la loro storia è diversa, che loro assieme si divertono tanto, che da quando l'ha conosciuta ogni cosa è più bella...Io non voglio questa ostentazione di chissà quale gloria, non me ne frega niente di esporre il fianco a complimenti o a prese per il culo. Lei è cosa mia, non è questione che deve essere sbandierata qua e là, se scrivo di lei è solo per riconoscenza, ed è a lei che rivolgo queste parole.
Hai visto il peggior Francesco, egocentrico, testardo, piacione, lamentoso, astioso, pessimista, ansioso, cialtrone, parolaio, immodesto, continuamente ubriaco e, perchè no, anche ingrassato...e l'unica cosa che hai fatto è stato stringerti attorno a me e prenderti cura dei miei deliri. Ho sempre pensato che la mia vita fosse speciale, ho sempre cercato di seguire trame invisibili che mi portassero fuori dalla banalità della routine e che mi facessero scoprire i segreti del mondo...adesso sento che ciò che rende fuori dal comune questo periodo, sei tu. La promessa di migliorare, di crescere, è continuamente abusata e immancabilmente fallita...io ti dico solo che ho paura di perderti e di deluderti.
Sarà qualcosa nei miei occhi, nella mia testaccia, oppure è qualcosa sulle tue labbra, nel tuo sorriso, qualcosa che scivola sulla cascata dei tuoi crini mori...o magari tutte queste cose assieme, ma io sono felice, con te.


Scaricare sugli altri le responsabilità del proprio malessere è odioso e facile. Rendere grazie per la propria felicità spero risulti un po' più dolce.