29 dicembre 2010

E verrà la notte che capovolge i sorrisi
e torni il bambino che catturava le lucciole in giardino
che felice fermava nella mano la luce curiosa
che triste schiudeva il pugno e trovava il buio.

18 dicembre 2010

Nowhere


L'investimento richiede sempre una quota di coraggio e di passione. Aspetti poggiato alla porta, sussultando ad ogni squillo del campanello: forse il postino porta voci dei frutti del tuo seminare e già la mente corre al momento del raccolto, alla pancia piena, alle spalle tornate leggere per il pensiero scrollato di dosso...Siamo fatti così!! Forse scorgiamo il senso del nostro respiro in queste piccole cose che occupano le nostre ore...forse no, ma poco conta. E' così che attribuiamo importanza a quelle tre stille di vita che ci spettano e che chiamiamo nostre. E di riflesso viene dato valore a quelle poche cose che hanno la fortuna di essere bagnate da questo nostro liquido tesoro.
Una ragazza, un esame, il natale, un amico...Non son fatto io per aspettare Babbo Natale - già S.Nicola - a letto. Carbone.
Voglio andare, voglio lasciare, voglio cambiare. La neve mi blocca la strada, ma sono i debiti quelli che fermano i piedi sulla soglia. 22 anni di riconoscenza che il cinismo più affettato non riesce a cancellare. Questo è sempre stato un periodo mmm...faticoso - non è la parola giusta ma è la prima che mi viene in mente. Eppure ogni giorno sono sempre di più i momenti in cui non riesco a tenere lo sguardo fisso sul tavolo senza pormi le domande sbagliate (o così maledettamente giuste da temerne le soluzioni). Le stesse di ciascuno di noi, identiche a quelle che mio padre forse un giorno si è fatto, e così mio nonno. Dio, quanto vorrei conoscere le sue di risposte. Non sono parole, non soltanto almeno..."Questi sono i giovani dilemmi che svelano la contraddizione tra la bocca e le mani, tra i sogni e la realtà" direbbe qualcuno.
Sarà il freddo, sarà il tempo. Sarà il Bel Paese e gli Italiani, con il Sole e la più buona cucina!! Sarà la fortuna di esser nato dove ogni monte canta le gesta di Cesare e dei suoi, dove ogni sasso è stata la colonna del tempio di Giove, dove ogni villaggio ha un crocifisso scolpito da Donatello, dove ogni strada è stata percorsa dal carro di mille intellettuali di ogni parte per venire a vedere il nostro miracolo: l'Italia. Della bella Dama Turrita io però non ho mai visto il volto, se nonchè su qualche vecchio francobollo o moneta.
Non sono felice di condividere gli stessi orizzonti che Leonardo vedeva prima di coricarsi. Ho anzi un pensiero: non c'è forse più Toscana nel sorriso della Bella Lisa che illumina le stanze della vecchia reggia oltralpe che in tutta questa cittadina? La terra magica svelata dalle parole dei vecchi, di cui ti innamori prima ancora di averci messo piede...la stessa che non riconosci quando sta sotto i tuoi piedi, le cui glorie passate non bastano a migliorarne lo squallore...potrebbe davvero non essere qui.

11 dicembre 2010

Pensiero

Perchè scrivi? La risposta è...perchè mi piace.
Quel giorno risposi una stupidaggine che ancora brucia un po'.
Ma questa è la mia risposta. Mi piace.

Uno sfogo? Bè anche. Questo posto però non è certo un diario. E' più o meno l'unico luogo in cui posso permettermi di sottrarmi un poco a quello schema di comportamenti e situazioni che legano e soffocano il carattere.
Non è facile per me giostrarsi tra cazzoni ubriachi e ragazzini agitati, specie quando sono io il primo a reclamarne il titolo di re dei coglioni. Non è facile, ma mi piace.

La serietà è una cosa che proprio non mi appartiene. Non è forse un sottile strato di trucco che serve per nascondere insicurezze e timori? E' una maschera di cerone difficile da sopportare e da rimuoverne i segni. Moralismi e rimproveri celano quasi sempre la paura o l'incapacità di fare qualcosa, di gettarsi oltre quello che si può, o meglio, si "dovrebbe" fare. Non vado fiero dei giudizi che ho espresso, delle critiche e disamine dell'altrui operato.

Non è un appello che faccio, ma una dichiarazione: mi vergogno di mostrare quello che si cela dietro la montagna di cazzate che faccio. Per questo scrivo, perchè qui trova pace anche il sepolto, il lato insoddisfatto del mio modo di passare le giornate.

Solo qui posso scegliere le parole che voglio, quelle che non finiscono col suono dell'ultima sillaba, ma continuano a risuonare fin tanto che qualcuno le legge. Quelle che mi spaventa pronunciare davanti alla mia compagnia. Quelle che una volta che le hai  lasciate uscire, poi non si soffocano in gola e intasano i pensieri. Quelle che credo assomiglino molto alle più belle che riesco a costruire.