29 maggio 2014

Svolte del destino - ovvero: come ho portato il VIP a Via Verdi

"Mio fratello è figlio unico perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo". La citazione non è casuale.
Succede che dopo aver passato anni ad identificare la sintesi di tutti i mali del cinema italiano in una certa categoria di attorucoli capaci di riempire le sale più per la loro graziosità che per il loro talento (pressoché assente), uno finisca per doversi ricredere - almeno un po'. Fa ridere perché se mi avessero dato un euro per ogni volta che ho infamato il VIP in questione, a quest'ora avrei potuto tranquillamente darmi allo strozzinaggio.



Alcuni miei compagni di quest'avventura, terrorizzati dalla penna di Alfonso Signorini, dalla copertina di Novella 2000 e soprattutto dall'ombra di Fabrizio Corona, preferiscono rimanere nell'anonimato. E come contraddirli? Qui si parla di gente troppo importante. Li chiameremo quindi con degli pseudonimi: Gigi, Vito, Ciccio e Billeri.

La nostra storia inizia con un aperitivo. Il meraviglioso buffet a 4 euro della Salumeria di via dei Macci, che offre la possibilità di riempire per ben due - e sottolineo il due - volte il piattino di plastica con pasta, crostini e insalatine russe. Seduti su una trave poggiata su delle cassette di plastica a mo' di panchina, con un bicchiere di rosso scadente in mano e la bocca piena, stavamo lì a testimoniare quanto dolce può essere la vita del disoccupato. Con fare sprezzante guardavamo i clienti del rinomato ristorante Cibreo, seduti agli eleganti tavolinetti dall'altra parte della strada, a poco più di 3 metri. Firenze è unica in questo: turisti, signori, barboni e cazzoni che si divertono ognuno alla loro maniera nella stessa via e in piena tranquillità.
Ecco quindi che fa il suo ingresso in scena l'ospite a sorpresa. Arriva quasi di soppiatto - diciamo pure che nessuno di noi lo aveva riconosciuto - e si piazza proprio davanti alla nostra panchina. Incuriositi dal numero di persone che lo fermavano per farsi una foto, realizziamo in breve tempo di chi si trattava: niente popò di meno che di Riccardo Scamarcio. La scoperta fu accompagnata da sonori commenti. "Mah, nun è mica così fio..." "Ma che cazzo ci fa lui lì da solo al ristorante?" "Chissà le fie che nun s'è trombato" "Scusate, ma che film ha fatto?"
È curioso notare come alla domanda "Hai visto 3 metri sopra al cielo?" l'uomo italico abbassi lo sguardo e risponda a) sì per colpa (di quella troia) della mia ex; oppure fieramente afferma b) col cazzo.
Mentre spettegolavamo come gallinelle, il vino finisce e andiamo a prenderci un'altra bottiglia di rosso al vinaino lì dietro, lasciando Ricky da solo davanti al locale. Una volta tornati, il nostro eroe era seduto al tavolinetto lì di fronte, alle prese con l'antipasto, ancora solo. Era decisamente l'ora di rompergli i coglioni. "Vieni Giggi che ci facciamo una foto con Scamarcio" "Ma cu' cazz', non me la facc'a foto cu' sto strunz. Manco fosse o cantante degli Aerosmith." (scusate il pessimo napoletano)
Io e Vito andiamo (noncuranti del fatto che ci aveva sentito mezza strada). "Scusa lo so che ti si rompe i coglioni a cena, ma ci si può fare una foto?" Risposta inaspettata: "certo, venite di qua" e con un gesto ci invita al tavolo. "Volete un bicchiere di vino?" "Che vino è?" e lui, svelando indubbie doti enologiche: "È buono, è biologico!".  Non sono precisamente il tipo che fa tanti complimenti, tanto meno che rifiuta un calice, e quindi il momento dopo eravamo lì a parlare, gomito a gomito. Vito e Ricky sono conterranei, e la conversazione vira presto sulla Puglia, sull'emigrare, sul futuro di questo paese. Inaspettatamente Scamy si lancia in accorate filippiche dal gusto squisitamente marxista, un po' in stile autogestione del liceo. Ci dava del tu, e noi facevamo altrettanto. Il passo di lì a scroccargli le sigarette era breve, e noi prendiamo confidenza abbastanza alla svelta.
Si trovava a Firenze per il derby del cuore, dove aveva giocato per la squadra di Emergency, di cui è un grande sostenitore. Era rimasto in città per girare un film dei fratelli Taviani, le cui riprese peraltro sono iniziate nella mia Pistoia, dove ancora si trovava la troupe...il che spiegava il perché Scamy si trovasse lì da solo.
Le chiacchiere continuavano, intervallate da continue richieste di foto da parte di ragazzine, fidanzati di ragazze, signorotte e passanti. Ci racconta dei suoi due grandi sogni: fare il contadino e l'attore. "Sono stato fortunato, perché ho potuto fare entrambi. Sono un ZappAttore." (no comment)
Dopo una ventina di minuti anche il restio Gigggi si avvicina al tavolo, seppur senza mostrare un minimo di apprezzamento per Scamy, il quale invece continuava ad ammaestrare la folla coi suoi discorsi e a giostrarsi in mezzo alle richieste di foto allo stesso tempo. "Ma tu sei Scamarcio?" "No, sono Gabriel. Gabriel Garko."
In maniera molto dolce ed educata, io lo incalzavo cercando di carpire qualche aneddoto di piccole avventure amorose, qualche segretuccio del suo indubbio successo col gentil sesso. L'interrogativo che gli ho più volte riproposto, specie coll'aumentare dei bicchieri, suonava più o meno così: "Via giù, Ricca, qual'è la meglio fia che ti sei trombato?" E qui bisogna che spezzi una lancia a favore di Ricky, perché in tutta franchezza avrebbe potuto raccontarci qualsiasi stronzata, anche la peggiore delle sboronate, e noi ce la saremmo bevuta...ma quello alzava gli occhi, aspirava la sigaretta e rispondeva "Ragà, sono fidanzato."
Niente. Nulla. Ci ha lasciato a bocca asciutta.

Il tempo passava e la cena era finita, credo che lui non volesse stare in mezzo alla gente, fatto sta che quando gli propongo di venire a bere un bicchiere a Via Verdi 13, Scamy accetta di buon grado. Confesso che ci ha reso tutti molto contenti. Immediatamente scatta la telefonata a Ciccio (che era a casa). "Ci', ti porto a casa un ospite a sorpresa" "Sì, già me lo immagino...Vedi che io devo finire di studiare!" (il giorno successivo, mi avrebbe confessato che si aspettava di trovarsi in salotto un barbone di Piazza Salvemini.)
Vito, Giggggi, io ed altri - di cui non so se posso fare il nome - salivamo le scale a 3 a 3, finché non ci troviamo davanti all'uscio dell'appartamento. Ricky entra in casa e trova ad accoglierlo una selva di segnaletica e luminaria stradale, fermate dell'autobus, Manuela la manichina, bandiere scritte a mano e l'immancabile cartello: AMICI MIEI QUI SI TROMBA...e gli piace. Grande.
Ciccio lo vede "E tu cosa ci fai qui??!". Bia, la coinquilina brasiliana, invece lo osserva con un impagabile sguardo da "Quindi questo qui sarebbe un attore famoso e bello?".
Ci mettiamo sui divani, il vino rosso scende e la conversazione adesso ruota attorno a...Pasolini. Per rispetto, non citerò niente, ma vi racconto che Scamy insiste per farci vedere un video più o meno incomprensibile, argomentandolo in maniera altrettanto criptica. A salvarci dalla deriva culturale, interviene l'ultimo coinquilino. La porta di casa si spalanca, e Billeri percorre il corridoio a grandi falcate fino al soggiorno.
"O te?" "Il che ci fai qui?" "Biagio, quando tu m'ha detto che c'era gente famosa a casa, pensavo ci fosse gente importante davvero. Che so...Magalli." Ridono tutti. Scamarcio compreso.
"Senti ma ce l'hai dove dormire?" "Grazie, ma sì." "No via, diccelo...vuoi rimanere qui?" "Tranquillo, ho una camera" "Sei sicuro?" "Ma li vuoi due euro? Non fare complimenti" Ricky ride ancora, e noi con (di) lui. Viene stappata un'ultima bottiglina di rosso, di quella del nonno del Billeri. Un vinellino onesto, che anche l'attorone dimostra di apprezzare.
La serata giungeva infine al termine, lo accompagniamo tutti all'hotel, vicino al Ponte Vecchio. Prima di uscire Scamy ci autografa il muro. Sulla strada altre persone ci fermavano per le foto, finché Ciccio "E con me la foto non ve la fate?" "Tu chi saresti?" "Come chi sono io?! Io sono la Rivelazione. Ho fatto un Medico in Famiglia." Scena meravigliosa: Ricky che fa la foto a Ciccio con i suoi fan.
Arrivati al ponte è il momento dei saluti e degli autografi. Billeri in particolar modo tira fuori un quadernone, glielo mette in mano e comincia a dettare "Scrivi: la situazione..." "La situazione te la scrivi da solo." E con quest'ultima cazzata lo salutiamo.

Insomma, a voi il giudizio...il mio è che nonostante non abbia mai visto un film con Riccardo Scamarcio, tranne Romanzo Criminale - che è bello - ne ho sempre avuto una brutta opinione. Ho sbagliato, e mi scuso. Non era da tutti assecondare dei cretini come noi.



11 maggio 2014

A volte, una canzone



A volte credi di ascoltare
il cielo che si prepara a crollare.
A volte scivolano via i fari
come se ci fossero i binari.
A volte per poter afferrare
le tue mani devi bucare
A volte, una canzone,
rende merito al sole

È un seme di follia
che cresce ogni giorno
e combatte l’apatia.
Non vuoi più fare ritorno.

A volte nel suo sguardo
cogli i baci dati in ritardo.
A volte nel suo sorriso
ti pietrifichi indeciso.
A volte la vedi andare via
pregando per la tua amnesia.
A volte, una canzone,
rende merito al sole

È un seme di follia
che cresce ogni giorno
e non guarisce l’apatia.
Non puoi più fare ritorno.
Le borse si fanno scure
nella luce del mattino;
Tu non avrai più paure
ma non sei meno cretino.

A volte gli anniversari
spiccano solo sui calendari.
A volte smetti di nuotare
per provare com’è annegare.
A volte non serve una rima
per migliorare l’autostima.
A volte, una canzone,
rende merito al sole

È un seme di follia
fiorito tutto attorno,
si chiama allegria
puoi intuirne il contorno.
Niente più sonno.
Niente più dolore.
Forse questo è un sogno
o si è fermato il cuore.