18 marzo 2013

Noi siamo infinito

Un ragazzino abbraccia la vita in piedi sul cassone del furgoncino lanciato in galleria, stringendo sulle note del Duca Bianco un attimo che vale sedici anni, o venticinque. E' innegabile, stiamo invecchiando. E con il passare dei giorni di quotidiano impegno e costruttiva abnegazione al futuro, si dissolvono piano piano i sogni e le canzoni, le sigarette fumate, il gioco ossessivo, le prove di resistenza all'alcol e al pubblico ludibrio che hanno colorato il passato.
Non ci assomiglia più neppure la foto qui nel blog.
Oggi pensavo che forse non serve a niente sforzarsi tanto di andare avanti se poi finiamo col perdere quello che più ci piaceva...ma perché allora troviamo il rimanere indietro così soffocante? Troppo spesso la maturità appare costruita sull'oblio forzato di cosa vuol dire essere giovani. Il tentativo di essere migliori degli altri non è meno infantile del non voler abbandonare un'esistenza fatta di giochi ed egocentrismo.
Ruggisce dentro di me la voglia di scrivere il mio nome su ogni muro della città, il bisogno essenziale di far sì che ogni gesto urli al mondo la mia presenza, che ogni mio pensiero s'incida nella mente di ciascuno...e fatalmente si scontra colla quotidiana ricerca di normalità e riconoscimento degli altri che alimentano il motore di una sana integrazione sociale.
Poi alla fine l'ho capito: sono fortunato a poter passare la vita a tentare di risolvere questi problemi.

Ho visto un film molto bello, si chiama Noi Siamo Infinito (titolo originale The Perks of Being a Wallflower) ; inutile dire che ha finito col dare una bella girata al mappamondo di pensieri che da forse troppo tempo si annoiavano gravitando nell'orbita di una vita monotona.