3 ottobre 2013

Tesi: Ringraziamenti

È difficile trovare posto in poche righe a tutti coloro che probabilmente se ne sono guadagnati un pezzo, in tutti questi anni. Quelle poche persone che non posso evitare di citare sono il chiarissimo professor Niccolò Marchionni e il Dottor Andrea Ungar, che mi hanno accolto all'improvviso in una brutta giornata di Marzo, mentre sbandavo mestamente in mezzo alla confusione che la scelta di una specializzazione suscita.

La riconoscenza più profonda va però alla mia famiglia: anzitutto perché senza il sostentamento economico e il supporto logistico da loro fornito, semplicemente non mi sarei potuto laureare. Mamma, Babbo e Federico: vi amo. Non per quello che fate e non per quello che dite, ma perché siamo quattro creature in costante conflitto reciproco e con il mondo, e non di meno ci facciamo compagnia e forza, seppur non dividendo sempre lo stesso tetto. Abbracciato dall'ombra delle vostre figure sono cresciuto e continuo a muovermi; e proprio quando la tenera coperta ha iniziato a scivolare, tirata giù dal peso degli anni e dei problemi che dobbiamo affrontare, ho provato sulla mia pelle cosa significhi soffrire. Siete la mia riserva energetica, la centrale elettrica che alimenta il mio spirito, e non lascerò mai che vi esaurite. Vi ringrazio per avermi lasciato libero, e ancora di più per avermi insegnato il significato di tale termine.

Non mi dilungherò nel menzionare gli infiniti compagni di viaggio che hanno colorato la vita di questi sei anni, i più intensi della mia esistenza. Permettetemi però di ringraziare in modo particolare quelle persone che, costantemente, mi hanno fatto sentire un pesce fuor d'acqua tra i corridoi di Careggi: la vostra ansia contagiosa, la vostra innata capacità di ingigantire i problemi dello studio o del vivere quotidiano e l'incredibile naturalezza con cui avete abbandonato ogni carattere vi rendesse unici, in nome del bene superiore della medicina, mi hanno aiutato a diventare chi sono, e soprattutto ad andarne fiero. Mi avete insegnato che le persone si valutano sulla base di quante ore studiano, di quanto sono disposti a sacrificare di sé stessi: la mia interpretazione della lezione è, però, diametralmente opposta alla vostra. Nello scontro naturale mi avete ferito e plasmato, e se oggi, guardandomi alle spalle, un sorriso sincero nasce sulle labbra, è a voi più che a ogni altro che devo la mia gratitudine.

Per ultimo ringrazio mio nonno. Purtroppo non è qui tra voi a poter assistere al coronamento dei miei studi, in compenso però il suo sangue e il suo cuore riempiono ancora oggi il mio petto mentre scrivo queste sciocchezze. Grazie dell'attenzione e perdonate lo sfogo, nonché la malcelata soddisfazione.

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