21 settembre 2013

The Royal Tenenbaums

ATTENZIONE SPOILER: la seguente recensione svela particolari della trama. 
Se siete interessati alla visione del film, fatelo prima di leggere.
Se non siete interessati, prima leggete e poi andate comunque a noleggiare il dvd.
Se avete già visto il film e vi ha fatto cagare, date libero sfogo alle offese.
Una perla. Wes Anderson crea fin dai primi 30 secondi una cornice perfetta, dipingendo una casa delle bambole dove si muovono personaggi magistralmente caratterizzati, al tempo di una colonna sonora cucita su misura per ogni inquadratura. In questa pellicola c'è tutto: affetto, odio, depressione, droga, funerali, cani, tute dell'Adidas e dolcezza - tanta dolcezza. Una commedia che fa ridere sottovoce, senza volgarità e senza disturbare il vicino...e non sono molti i film che possono vantare tanto.
E' la storia di una famiglia speciale, composta da dieci bizzarre creature e tenuta assieme da 22 anni di tradimenti, litigi, incomprensioni e fallimenti - nonché dall'amore di una mamma ingrigita.
Da una parte sta Royal Tenenbaum, un padre deplorevole nella sua infinita bastardaggine,che si strugge nel tentativo di riconquistare l'amore dei figli e della splendida moglie, anche se spinto più dal capriccio che da un reale sentimento: è un bugiardo patentato che ricorre ai più meschini dei trucchi per raggiungere i suoi scopi, finendo però con lo scoprire un amore sincero verso i suoi cari - seppur fallendo miseramente nella sua impresa. Dall'altra ci sono i giovani Tenenbaum, in cui genialità e stupidità s'intrecciano formando un arcobaleno di caratteri che abbraccia quasi tutte le persone del pianeta. Il maggiore è Chas, un vedovo nevrotico che non riesce a piangere la recente perdita, ridotto a sfogarsi nell'ossessivo affetto per i figli, sue fotocopie sputate - stile Mini Me - e nell'inspiegabile disprezzo per il proprio cane. Viene quindi il dolce Richie, tennista profondo e sensibile, appassionato pittore e ritrattista dal dubbio talento, che gira per il mondo cercando di guarire dalle pene di un amore poco ortodosso. Ed infine la figlia adottiva Margot: un mistero biondo e maledetto che nasconde una drammaturga libertina colpita dal blocco dello scrittore, nonché da un velo di depressione.
Adoro questo film, è inutile nasconderlo...nel rivederlo decine e decine di volte, prima di dormire, si scoprono quei particolari sottili che il regista ha nascosto con cura maniacale nei ritratti appesi al muro, nei trofei in camera di Richie, nei taxi inspiegabilmente malconci - gipsy cabs - o nelle pagine dei libri che annunciano i capitoli della storia.
Un cast d'eccezione impreziosisce il tutto: l'inossidabile Gene Hackman interpreta il pater familiae, sfoggiando una sorprendente interpretazione comica, che lo rende degno protagonista e fulcro di tutta la pellicola; viene poi la splendida Anjelica Huston, non a caso eletta a musa ispiratrice di Wes Anderson, che intrepeta Etheline Tenenbaum ossia la quintessenza della maternità e della femminilità; Gwyneth Paltrow, Ben Stiller e Luke Wilson, sono invece tre giovani rampolli di cui sopra; in particolare quest'ultimo - oltre ad essere co-autore della sceneggiatura - risulta assolutamente indimenticabile nella sua tenerezza; infine Owen Wilson e Bill Murray - altra costante delle commedie del regista americano - concludono il quadretto familiare con la loro stravanganza genuina.
Una scena su tante: l'incontro tra Richie e Margot alla stazione dell'autobus.
In buona sostanza, si tratta di uno dei miei film preferiti: il voto è chiaramente 10, anche se non credo di poter essere molto oggettivo.

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