16 settembre 2013

Firenze

Com'è dolce il vento che scivola sul ponte,
quando un paio di shorts solletica l'acume,
portando le note stonate, di risate bionde.
Selve di persiane si specchiano nel fiume,
chiudendo allo sguardo spiragli affrescati:
una bimba che colla luce accesa, dorme,
quasi della notte buia temesse gli agguati.

Squadroni scalcianti di silenziosi motorini
attendono il risveglio dei rispettivi fantini
mentre dame bianche ti salutano per la via
appese a una facciata nella loro cortesia.
Gattonando verso casa, non sei mai solo:
di un canto e un vicolo pestando il suolo,
discorsi sconnessi e rose senza profumo,
ronzano alla luce del bar, in mezzo al fumo.

Bicchieri di plastica, scherzi e minigonne,
sembrano petali dischiudersi alle tenebre
rivelando la freschezza del Giglio insonne.
Dimenticando il tempo, risplende celebre:
nell'austerità serena, ti abbraccia eterna,
cullato dalla cupola, che veglia materna.

Colla sigaretta in mano, invecchi tu solo,
perso a rimirar tanta bellezza col tuo volo.

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