12 luglio 2011

Le mani bucate

Io non ho l'orgoglio necessario per pretendere i frutti dei miei sforzi. Forse perchè questi ultimi sono sempre stati quantomeno scarsi, e al contempo i pochi tentati sono sempre romanticamente riposti in imprese impossibili: il paradosso di una vita dominata da risultati ottenuti crogiolandomi nell'insofferenza, nella pigrizia e nella futilità, intervallata da chiamate alle armi contro mulini costruiti con mattoni di sentimenti e impegno cerebrale come cemento. Stasera non posso farci niente. Stasera ho solo la pancia che vomita rabbia contro le pareti e rende tutto di un fastidioso giallo bile. Tolleranza e perseveranza sono chiavi per aprire le stanze che nascondono i tuoi sogni...peccato che siano fatte di un metallo così pesante da trascinare, che rischi di smarrire la strada o la gioventù prima ancora di trovarti davanti alla serratura. Che cosa ci sarà mai poi nascosto là dentro? Sicuro che non sia altro che un sogno, appunto? Materia fatta di colori e sapori che non si possono gustare, per loro stessa natura cangianti e incoservabili. La negazione del sogno ti rende più forte, ed è la risposta più usata e banale: se non sognassi, se non sperassi, se non desiderassi, non ci sarebbe poi nulla per cui impegnarsi e soffrire, o semplicemte nulla tanto fastidiosamente pressante da disturbare il silenzio di questo mondo. Già, il mondo, un posto fatto di cose che abbiamo tutti e che per la gran parte non ci servono affatto. Firme, auto, esami, aperitivi, vacanze, lavoro, leggi e diplomi, matrimoni e funerali. Niente di questo è necessario, non è altro che il frutto di milioni di anni di desideri: ma non dei miei, nè dei vostri...sono solo cose divenute "desiderabili", specie quando raccontate da una bocca che sa come vendere le parole e ancor di più se dotata di due grandi labbra rosse. Ma per diventare un tuo desiderio, devi credere che qualcun altro possa desiderare quella cosa per la sua bellezza o dolcezza, oppure ritenere che l'ottenerla possa in qualche misura elevarti sopra un altro, quantomeno il te stesso attuale che ne è privo. Se uno lavora troppo su quello che non c'è nella sua vita finisce solo per guastarsi quello che già ha. Ma che succede se uno ha già troppo? Finisce che poi prende un cacciavite e si buca le mani. Con le mani bucate non puoi tenerti stretto quello che hai, così da avere sempre qualcosa che ti manca e da desiderare. Che sapore ha tutto ciò? Stasera orrendo, di un'amarezza che spinge a riempirsi la bocca con la terra, di una stupidità che meriterebbe una testata sul muro per essere esorcizzata o definitivamente testimoniata. Forse i buchi nelle mani li ho sempre avuti. Forse è per questo che ho tenuto le mani in tasca per tanto tempo. Tanti, troppi forse...avete mai notato quanto anche il più negativo dei pronostici appaia consolatorio se preceduto da forse? E' da un forse che nasce tutta questa rabbia, tutta questa poesia e tutta questa etereità. Se non fosse per i pochi giorni di sole che mi rimangono credo che toglierei per sempre quell'avverbio da questa situazione.

2 commenti:

Scix ha detto...

non lo facevo da un pò..quanto mi piace leggerti sembra di salire su una giostra eh..bo..non si sa dove si va a finire..un pò in cima ad una montagna a prendere aria pura..poi un attimo dopo negli abissi ad ingoiare acqua salata e cattiva..poi di nuovo in volo su un aquila a sentire la gioia della fatica nelle ali..e poi ancora a terra...a cercare di venire fuori da un ammasso di detriti e polvere che soffoca..straordinario ma perchè pochi gg di sole che restano??

Simply Biagio ha detto...

Giusto...Non ne ho mai parlato di questa cosa. Io me ne vado. Pochi giorni di vacanza dopo aver sacrificato quasi l'intera estate sull'altare dell'università...e poi via per sei mesi a Praga. Forse dovrei dirlo con più entusiasmo, ma sono fiducioso che anche quello tornerà quando questi giorni saranno lontani mesi e chilometri da me.

Il tuo commento mi ricorda "io vorrei...non vorrei...ma se vuoi..." che è una delle canzoni che sento più mie, da sempre. ^^