8 aprile 2015

Aritmie


Sono entrato in reparto l'1 Marzo us, e da allora la mia vita è cambiata. Dio solo sa se non ho provato con tutte le forze a resistere, ma un minimo di 12 ore di quotidiano lavoro di corsia fiaccano anche il più fiero degli spiriti. Chiariamo subito che non mi sono ancora arreso ad un'esistenza di ascetica contemplazione della vita biologica attraverso la medicina. Ho intenzione di vender cara la pelle. In ogni caso, se non stacco un po' e non ricarico le batterie qui ci tiro il calzino, e non lo dico così per dire.
In corsia tuttavia ho imparato qualche cosina interessante su come funziona il cuore e la volevo condividere con voi.
Chiamatela cardiologia per schiappe, ma secondo me è molto efficace.

Il cuore si contrae in maniera ordinata. Il ripetersi stereotipato dei battiti si chiama ritmo. Ogni cuore sano segue il suo ritmo, senza fare pause.
Il termine aritmia  deriva dal greco e significa assenza di moto costante.
Quest'ultima prevede sempre 3 concause:
  1. un fattore predisponente
  2. un fattore scatenante
  3. e un fattore perpetuante
Il primo coincide in maniera banale con come è fatto il vostro cuore: malformazioni, genetica, malattie varie e - per estensione - tutto quello che avete passato e che vi ha lasciato segni.
Il secondo dovete immaginarlo come un'anomalia elettrica, una scintilla in grado di incasinare il vostro ritmo, anche se per un momento soltanto.
Il terzo è di gran lunga il più raro e misterioso. Sostanzialmente è un meccanismo di mantenimento, in grado di rendere eterna un'avaria elettrica del cuore, altrimenti fugace.

Questo giochino apparentemente semplice, a mio modo di vedere nasconde dei risvolti a dir poco illuminanti.

  • A) Il cuore sano è estremamente monotono e ruotinario. Lo so, non sono nella posizione di poterlo dire...ma che palle che fa. Tutto preso dalle cose di tutti i giorni, finisce per scadere in un tum tum ripetitivo e senza attrattiva. E questo è ancora più vero se visto cogli occhi del cuore stesso, che altrimenti non farebbe di tutto per sfuggire al proprio ritmo - e intendo dire di tutto. Tachicardie reciprocanti, extrasistolie, fibrillazioni e blocchi atrio-ventricolari, non sono che alcuni dei mille espedienti con cui i cuori di mezzo mondo cercano di porre fine alla noia. Pensate che esistono anche aritmie mediate dai pacemaker, che sarebbe come dire che il cuore si mette ad utilizzare un aggeggio, che letteralmente serve a a generare un ritmo sano,  pur di dare di matto.
  • B) Ognuno, secondo come è fatto (alias fattore predisponente) cerca disperatamente una scintilla che illumini le cose: una canzone, una birra, una zingarata o una bella mora...che poi non è mai davvero "una qualsiasi" - o almeno non dovrebbe esserlo - ma una perché essenzialmente in linea con come siamo fatti e cosa abbiamo passato. In fin dei conti, questa scintilla di per sé non è né buona né cattiva; siamo noi a dargli il valore positivo o negativo. E nel farlo, è bene tenere conto che il 99% delle aritmie non sono letali, con pochissime approssimazioni.
  • C) Queste cazzate che avete appena letto, per quanto degne del più stupido degli oroscopi, sono scienza. 
Dal canto mio, confesso di aver passato decisamente troppe serate con la speranza - non particolarmente segreta - di incappare in un fattore scatenante, magari uno di quelli che davvero ti sconvolge le idee e ti guasta i piani della settimana. Allo stesso modo temo di dover ammettere di aver pressoché completamente ignorato il terzo punto della questione per un bel po' di tempo. Potrei anche dire che questa ricerca è diventata piano piano il mio ritmo di base.

Il fantomatico fattore perpetuante, a mio modo di vedere, non succede per caso. Non è un incidente di percorso o una fatalità, bensì l'espressione di una precisa volontà cardiaca di non tornare a battere come sempre. E guardate che senza questo trucco, il ritmo torna sempre inesorabilmente al suo personale tum tum. Forse è questo che ci tiene in vita - defibrillatori a parte - ma per fortuna la scienza è ancora molto lontana dal capire come vadano esattamente le cose. Ed io sicuramente lo sono ancora di più.

Adesso torno alla mia vita di minima, fatta di chiacchiere, sigarette, cartelle, lettere di dimissione e poco, pochissimo sonno. Però prima vi volevo lasciare con un ultimo pensiero: a volte è difficile distinguere un ritmo sano da un'aritmia...il che in soldoni significa che quando arriva una crisi, un momento di inceppamento, un periodo di merda - chiamatelo come vi pare - magari è la volta buona per cominciare a fare le cose in modo buono. Io almeno ci spero.



1 commento:

Margarita ha detto...

"quando arriva una crisi, un momento di inceppamento, un periodo di merda - chiamatelo come vi pare - magari è la volta buona per cominciare a fare le cose in modo buono. Io almeno ci spero. "
Ci spero anch'io. Il mio cuore è stato il primo a darmi segnali che dovevo cambiare qualcosa nella mia vita, a gennaio. Mi partivano aritmie pesanti a caso durante il giorno, più volte al giorno. Poi hanno seguito altri problemi fisici, sicuramente innescati da fattori psicologici.
Insomma, alla fine ho deciso di dare un taglio. L'ho dato, e adesso sono in attesa delle conseguenze. Ti farò sapere se ho fatto la scelta giusta.