15 settembre 2014

Il problema


Sono mesi che non pubblico niente e non ho intenzione di rompere il silenzio solo per tediarvi con i lamenti relativi alla mia sindrome d’abbandono; se avete un po’ di pazienza però leggerete anche qualcosa di personale.
L’umore non è dei più rosei ma non potrebbe essere altrimenti, a Settembre. Ho passato l’estate cercando di gustarmi fino in fondo le ultime birre incrociate con i compagni di Via Verdi, ognuno andato via per la sua strada…ma le birre forse erano troppe o troppo buone ed ho finito per divertirmi comunque - nonostante la tristezza degli addii. La stagione dei saluti iniziata a Maggio con le due Galiziane non si è ancora conclusa, ma il calendario dice che è già il momento di ricominciare ad andare avanti…e io continuo ad avere una paura matta di rimanere indietro. Due ottimi motivi per darsi da fare.
Firenze è ancora stupenda, nel vero senso della parola, e cioè sa sempre come stupirti e sorprenderti, ogni notte. Basta sapere dove guardare. Mi fanno sorridere le processioni di ragazzotte in vestitino che si accalcano fuori dal locale sotto casa, del tutto ignare di passare a fianco della casa del Buonarroti o davanti a una fontana del XV secolo. Ma Firenze è bella anche per questo: è un tesoro che scopri quando alzi lo sguardo per portare la bottiglia mezza vuota alle labbra e sei abbracciato dalle terrazze in pietra serena e dai soffitti affrescati che fanno capolino da dietro le persiane. No, la questione non è la città o il paese, la regione o lo stato: statue e colline non ti faranno sentire meno solo, ma quantomeno aiutano a sentirsi fortunato – il che non guasta mai.
Il problema di quelli come me è che passiamo la metà del tempo a cercare di capire chi siamo, a scoprire i nostri gusti, a decidere la nostra strada, il guardaroba o la macchina – in tre parole – a diventare diversi; mentre  l’altra metà della vita la passiamo a cercare qualcuno che ci somigli, che ci completi, che riempia quel buco che ci divide dal mondo e dagli altri e che noi stessi ogni giorno contribuiamo ad allargare. È un po’ come pretendere di guardare a destra e a sinistra a un tempo solo. Semplicemente non funziona.

Se ci penso bene credo che sia il problema un po’ di tutti.

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